Участник:AlPanich/Черновик2: различия между версиями

Материал из Википедии — свободной энциклопедии
Перейти к навигации Перейти к поиску
Содержимое удалено Содержимое добавлено
Новая страница: «да»
 
Нет описания правки
Строка 1: Строка 1:
[[File:Biasi Giuseppe - Battesimo sardo.jpg|thumb|right|350px|Battesimo sardo, 1912-1915 ([[Fondazione Cariplo]])]]
да
{{Bio
|Nome = Giuseppe
|Cognome = Biasi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sassari
|GiornoMeseNascita = 23 ottobre
|AnnoNascita = 1885
|LuogoMorte = Andorno Micca
|GiornoMeseMorte = 20 maggio
|AnnoMorte = 1945
|Epoca = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = incisore
|Attività3 = illustratore
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
}}

{{Художник
|фон =
|имя = Илья Ефимович Репин (Рѣпинъ)
|оригинал имени =
|имя при рождении =
|портрет =
|ширина =
|заголовок = Автопортрет, [[1878]]
|дата рождения = 05.08.1844 (24.07)
|место рождения = город {{МестоРождения|Чугуев}}, <br /> [[Харьковская губерния]], <br /> [[Российская империя]]
|дата смерти = 29.9.1930
|место смерти = [[Репино (Санкт-Петербург)|Куоккала]], <br /> {{МестоСмерти|Выборгская губерния|в Санкт-Петербурге}}, <br /> [[Финляндия]]
|происхождение =
|подданство =
|гражданство =
|жанр = [[Историческая живопись]]<br />[[портрет]]
|учёба =
|стиль =
|работы = Бурлаки на Волге<br />[[Запорожцы (картина)|Запорожцы]]
|покровители =
|влияние = [[Чистяков, Павел Петрович|Чистяков]]<br />[[Карл Брюллов]]<br />[[Иван Крамской]]
|влияние на =
|награды =
|сайт =
|викисклад = Илья Ефимович Репин
}}
{{Художник
|фон =
|имя = Марио Сирони
|оригинал имени = Mario Sironi
|имя при рождении =
|портрет =
|ширина =
|заголовок =
|дата рождения = 12.3.1885
|место рождения = [[Сассари]]
|дата смерти = 13.8.1961
|место смерти = [[Милан]]
|национальность = {{флагификация|Италия}}
|происхождение =
|подданство =
|гражданство =
|жанр =
|учёба =
|стиль = Футуризм
|работы =
|покровители =
|влияние =
|влияние на =
|награды =
|сайт =
|викисклад =
}}
Figura portante dell'illustrazione e della pittura [[Sardegna|sarda]], è stato un importante autore europeo del [[XX secolo]].

==Biografia==
Autodidatta, intorno ai 16 anni, inizia a pubblicare sui fogli umoristici sassaresi, fino al [[1904]], quando parte per [[Roma]]. In Italia inizia già nel [[1905]] a collaborare col quotidiano redatto in francese ''L'Italie'' e con ''[[L'Avanti]] della Domenica'', settimanale [[socialista]].
Nella primavera dello stesso anno è nuovamente in Sardegna, nella sua città natale, per proseguire i suoi studi in legge. Nell'ottobre, al teatro [[Politeama Verdi]] di [[Sassari]], ha luogo una sua mostra personale di [[caricatura|caricature]].

Nel [[1906]] vince un concorso per la copertina de ''[[Il giornalino della Domenica]]'': è così che ha inizio la collaborazione con la rivista che si protrarrà per quattro anni. Questi anni sono fondamentali per capire Giuseppe Biasi. Il pittore, culturalmente formatosi a seguito della scolarizzazione italiana avuta nella città natale, parte, con il conterraneo [[Mario Mossa De Murtas]], alla ricerca della propria identità iniziando un vero e proprio viaggio nei paesi della Sardegna, avventurandosi nelle regioni interne, dalla [[Barbagia]] al [[Sulcis]]. Rimane letteralmente affascinato dall'ambiente e dai costumi di [[Teulada]].

Qui Biasi trova nell'estetica degli usi e degli abiti tradizionali, della musica e del canto, ciò che in se stesso ricercava, quell'originalità virginale e autentica, non ammantata né di folklorismi o di nostalgie, ma neanche del fin troppo facile fascino "selvaggio". Possiamo infatti raffrontarlo ad alcune opere dell'ultimo periodo (specie pittoriche) dove vi è traccia di una certa componente nostalgica.

Nel [[1908]] consegue la laurea in [[giurisprudenza]] mentre nel [[1909]] inizia una proficua collaborazione con la scrittrice [[Nuoro|nuorese]] [[Grazia Deledda]], "Grassia", [[premio Nobel per la letteratura]] nel 1926. Pubblica ne ''[[L'Illustrazione Italiana]]'' e ''La Lettura''. Importante è ricordare che nello stesso anno il suo favoloso acquerello ''Processione nella Barbagia di Fonni'' viene selezionato per partecipare alla [[Biennale di Venezia]].
Nel [[1913]] partecipa alla prima Mostra della ''Secessione romana'', mostra cui parteciperà anche l'anno seguente, oltre ad esporre alla Biennale veneziana. Nel [[1914]] entra a far parte del gruppo de ''[[L'Eroica (rivista)|L'Eroica]]'', la rivista diretta da [[Ettore Cozzani]] a [[La Spezia]] che si è fatta promotrice della rinascita della incisione su legno.

È chiamato alle armi nel [[1915]], ma viene quasi subito ferito ad una gamba (rimarrà claudicante) e viene ricoverato a [[Treviglio]]. Nel [[1916]] si trasferisce a [[Milano]] frequentandone gli ambienti intellettuali ed artistici e riscuotendo buon successo. Conosce [[Aroldo Bonzagni]] con cui esporrà nel [[1919]] alla Galleria Pesaro; la sua pittura si fa più intensamente poetica.

L'esperienza romana di [[Valori plastici]] e soprattutto la nuova corrente di [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]] però segnano per lui un declino dell'interesse del pubblico verso la sua pittura.

L'avvento del [[Fascismo]] al potere lo vede in una posizione critica, che gli costa l'invito alla Biennale del [[1922]]. Lavora all'apparato decorativo dell'Hotel Villa Serbelloni di Arturo Bucher a [[Bellagio]] ([[1923]]), ma nel complesso si trova in difficoltà creative e di finanza.

Ai primi del [[1924]] parte per il Nord Africa. Vi si tratterrà fino al [[1927]], visitando la [[Tripolitania]], la [[Cirenaica]] e l'[[Egitto]], alla ricerca di nuove ispirazioni e di un primitivismo rigeneratore. Interessato all'arte africana, alle maschere rituali, all'arte indiana, ma anche a [[Matisse]] e a [[Modigliani]], esegue una quantità di lavori ad olio, disegni e piccole tempere che si propone di sviluppare in futuro. L'esperienza africana lo porta ad elaborare uno stile asciutto e sintetico, con stesure di colore arido e magro.

Tornato in patria è freddamente accolto alla Biennale del [[1928]] in cui espone due grandi nudi intensamente decorativi: ''Serenità'' e ''La teletta''. Si ritira in Sardegna dove propugna la formazione della ''Famiglia artistica sarda'' quale associazione di artisti ed intellettuali avversa all'omologazione promossa dallo stato fascista attraverso i suoi Sindacati. L'iniziativa viene contrasta dal regime che istituisce anche in Sardegna il ''Sindacato delle Belle Arti'', affidato al suo rivale [[Filippo Figari|Figari]].

I primi [[Anni 1930|anni trenta]] sono per lui difficili: espone pressoché ignorato alla Biennale del [[1930]] e alla I Quadriennale del [[1931]], mentre ha successo alla meno importante esposizione della Mostra Coloniale di Roma.

Lavora alla ''Villa Argentina'' di [[Viareggio]] ([[1930]]), alla ''Stazione Ferroviaria'' di [[Tempio Pausania|Tempio]] ([[1932]]), mentre gli viene revocato il lavoro alla ''Sala Consiliare del Comune di Sassari''.

Nel [[1935]] pubblica alcuni libelli di aperta critica al sistema di organizzazione delle mostre statali. Tra il [[1936]] e il [[1938]] espone a Cagliari, a Milano e a Biella.
Ai primi anni '40 la sua arte arriva a freddi esiti realistici.

Sempre pressato da difficoltà economiche, alla ricerca di commesse di decorazione, si trasferisce a [[Biella]] nel [[1942]]; vi ottiene buon successo, ma suscita invidie nell'ambiente artistico locale.
La produzione di questi ultimi anni è permeata da pessimismo tragicamente presago. Alla Liberazione viene accusato da una lettera anonima; incarcerato, muore tragicamente ad Andorno Micca il 20 maggio 1945.

==Mostre==
*''Giuseppe Biasi, la Collezione Regionale'', Sassari, Palazzo Frumentaria, 2004

==Bibliografia==
* [[Marco Magnani (storico dell'arte)|M. Magnani]], G.Altea ''Giuseppe Biasi'', (monografia), Nuoro, 1998
* G.Altea,''Giuseppe Biasi'', Ilisso Edizioni, Nuoro, 2004
* Giovanni Fiora, ''Giuseppe Biasi. Un profilo dell'Uomo e dell'Artista'', Sassari, 1997
* Giampaolo Pansa, ''I gendarmi della memoria'', Milano: Sperling & Kupfer, 2007
* Elena Lissoni, [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page45d.do?link=oln82d.redirect&kcond31d.att3=226 Giuseppe Biasi], catalogo online [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page1z.do Artgate] della [[Fondazione Cariplo]], 2010, CC-BY-SA.

==Voci correlate==
*[[Collezione sarda Luigi Piloni]]
*[[L'Eroica (rivista)|L'Eroica]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Giuseppe Biasi}}

== Collegamenti esterni ==
* [http://utenti.lycos.it/assbiasisassari/ Centro ricco di informazioni su Biasi]
* [http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=10997&IDCategoria=83 Recensione della mostra a Sassari]
* [http://www.ilisso.com/biasiroma/opere/284.jpg ''Scolastica'', (1913), Galleria d'Arte moderna, Milano]
* [http://portale.consorziozefiro.it/docebo/files//doceboCms/media/118181621192_giuseppe%20biasi%20-mattino%20in%20un%20villaggio%20sardo.jpg ''Mattino in un villaggio sardo'', Museo Sanna, Sassari]

{{Portale|biografie|pittura}}

[[Категория:Персоналии по алфавиту]]
[[Категория:Художники Италии]]
[[Категория:Художники-реалисты]]
[[Категория:Художники по алфавиту]]
[[Категория:Родившиеся в Сассари]]
[[Категория:Родившиеся в 1885 году]]
[[Категория:Умершие в 1945 году]]

Версия от 11:28, 13 октября 2011

Battesimo sardo, 1912-1915 (Fondazione Cariplo)

Шаблон:Bio

Илья Ефимович Репин (Рѣпинъ)
Дата рождения 24 июля (5 августа) 1844(1844-08-05)
Место рождения город Чугуев,
Харьковская губерния,
Российская империя
Дата смерти 29 сентября 1930(1930-09-29) (86 лет)
Место смерти Куоккала,
Выборгская губерния,
Финляндия
Жанр Историческая живопись
портрет
Логотип Викисклада Медиафайлы на Викискладе
Марио Сирони
Mario Sironi
Дата рождения 12 марта 1885(1885-03-12)
Место рождения Сассари
Дата смерти 13 августа 1961(1961-08-13) (76 лет)
Место смерти Милан
Стиль Футуризм

Figura portante dell'illustrazione e della pittura sarda, è stato un importante autore europeo del XX secolo.

Biografia

Autodidatta, intorno ai 16 anni, inizia a pubblicare sui fogli umoristici sassaresi, fino al 1904, quando parte per Roma. In Italia inizia già nel 1905 a collaborare col quotidiano redatto in francese L'Italie e con L'Avanti della Domenica, settimanale socialista. Nella primavera dello stesso anno è nuovamente in Sardegna, nella sua città natale, per proseguire i suoi studi in legge. Nell'ottobre, al teatro Politeama Verdi di Sassari, ha luogo una sua mostra personale di caricature.

Nel 1906 vince un concorso per la copertina de Il giornalino della Domenica: è così che ha inizio la collaborazione con la rivista che si protrarrà per quattro anni. Questi anni sono fondamentali per capire Giuseppe Biasi. Il pittore, culturalmente formatosi a seguito della scolarizzazione italiana avuta nella città natale, parte, con il conterraneo Mario Mossa De Murtas, alla ricerca della propria identità iniziando un vero e proprio viaggio nei paesi della Sardegna, avventurandosi nelle regioni interne, dalla Barbagia al Sulcis. Rimane letteralmente affascinato dall'ambiente e dai costumi di Teulada.

Qui Biasi trova nell'estetica degli usi e degli abiti tradizionali, della musica e del canto, ciò che in se stesso ricercava, quell'originalità virginale e autentica, non ammantata né di folklorismi o di nostalgie, ma neanche del fin troppo facile fascino "selvaggio". Possiamo infatti raffrontarlo ad alcune opere dell'ultimo periodo (specie pittoriche) dove vi è traccia di una certa componente nostalgica.

Nel 1908 consegue la laurea in giurisprudenza mentre nel 1909 inizia una proficua collaborazione con la scrittrice nuorese Grazia Deledda, "Grassia", premio Nobel per la letteratura nel 1926. Pubblica ne L'Illustrazione Italiana e La Lettura. Importante è ricordare che nello stesso anno il suo favoloso acquerello Processione nella Barbagia di Fonni viene selezionato per partecipare alla Biennale di Venezia.

Nel 1913 partecipa alla prima Mostra della Secessione romana, mostra cui parteciperà anche l'anno seguente, oltre ad esporre alla Biennale veneziana. Nel 1914 entra a far parte del gruppo de L'Eroica, la rivista diretta da Ettore Cozzani a La Spezia che si è fatta promotrice della rinascita della incisione su legno.

È chiamato alle armi nel 1915, ma viene quasi subito ferito ad una gamba (rimarrà claudicante) e viene ricoverato a Treviglio. Nel 1916 si trasferisce a Milano frequentandone gli ambienti intellettuali ed artistici e riscuotendo buon successo. Conosce Aroldo Bonzagni con cui esporrà nel 1919 alla Galleria Pesaro; la sua pittura si fa più intensamente poetica.

L'esperienza romana di Valori plastici e soprattutto la nuova corrente di Novecento però segnano per lui un declino dell'interesse del pubblico verso la sua pittura.

L'avvento del Fascismo al potere lo vede in una posizione critica, che gli costa l'invito alla Biennale del 1922. Lavora all'apparato decorativo dell'Hotel Villa Serbelloni di Arturo Bucher a Bellagio (1923), ma nel complesso si trova in difficoltà creative e di finanza.

Ai primi del 1924 parte per il Nord Africa. Vi si tratterrà fino al 1927, visitando la Tripolitania, la Cirenaica e l'Egitto, alla ricerca di nuove ispirazioni e di un primitivismo rigeneratore. Interessato all'arte africana, alle maschere rituali, all'arte indiana, ma anche a Matisse e a Modigliani, esegue una quantità di lavori ad olio, disegni e piccole tempere che si propone di sviluppare in futuro. L'esperienza africana lo porta ad elaborare uno stile asciutto e sintetico, con stesure di colore arido e magro.

Tornato in patria è freddamente accolto alla Biennale del 1928 in cui espone due grandi nudi intensamente decorativi: Serenità e La teletta. Si ritira in Sardegna dove propugna la formazione della Famiglia artistica sarda quale associazione di artisti ed intellettuali avversa all'omologazione promossa dallo stato fascista attraverso i suoi Sindacati. L'iniziativa viene contrasta dal regime che istituisce anche in Sardegna il Sindacato delle Belle Arti, affidato al suo rivale Figari.

I primi anni trenta sono per lui difficili: espone pressoché ignorato alla Biennale del 1930 e alla I Quadriennale del 1931, mentre ha successo alla meno importante esposizione della Mostra Coloniale di Roma.

Lavora alla Villa Argentina di Viareggio (1930), alla Stazione Ferroviaria di Tempio (1932), mentre gli viene revocato il lavoro alla Sala Consiliare del Comune di Sassari.

Nel 1935 pubblica alcuni libelli di aperta critica al sistema di organizzazione delle mostre statali. Tra il 1936 e il 1938 espone a Cagliari, a Milano e a Biella. Ai primi anni '40 la sua arte arriva a freddi esiti realistici.

Sempre pressato da difficoltà economiche, alla ricerca di commesse di decorazione, si trasferisce a Biella nel 1942; vi ottiene buon successo, ma suscita invidie nell'ambiente artistico locale. La produzione di questi ultimi anni è permeata da pessimismo tragicamente presago. Alla Liberazione viene accusato da una lettera anonima; incarcerato, muore tragicamente ad Andorno Micca il 20 maggio 1945.

Mostre

  • Giuseppe Biasi, la Collezione Regionale, Sassari, Palazzo Frumentaria, 2004

Bibliografia

  • M. Magnani, G.Altea Giuseppe Biasi, (monografia), Nuoro, 1998
  • G.Altea,Giuseppe Biasi, Ilisso Edizioni, Nuoro, 2004
  • Giovanni Fiora, Giuseppe Biasi. Un profilo dell'Uomo e dell'Artista, Sassari, 1997
  • Giampaolo Pansa, I gendarmi della memoria, Milano: Sperling & Kupfer, 2007
  • Elena Lissoni, Giuseppe Biasi, catalogo online Artgate della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni